La ninfa del lago di Carezza
Un giorno il mago di Masaré si trovò a passare sulle rive del lago e sentì il canto melodioso della ninfa, innamorandosene all'istante. Egli usò tutti i suoi poteri per cercare di rapire la bella fatina senza riuscirvi. Infine decise di chiedere aiuto alla strega Langwerda. Langwerda gli consigliò di travestirsi da venditore di gioielli e di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar. Quindi, avrebbe dovuto recarsi al lago per attirare la ninfa e rapirla.
Detto fatto! Ma il mago dimenticò di travestirsi. La ninfa rimase stupita dai meravigliosi colori dell'arcobaleno e dalla luce emanata dalle gemme preziose. Tuttavia, si accorse della presenza del mago sulla riva e si immerse di nuovo in acqua per non riemergere mai più. Da allora nessuno l'ha più vista.
In preda alla rabbia per aver fallito il rapimento, il mago ridusse l'arcobaleno in milioni di frantumi che gettò nel lago insieme alle gemme. Questa è la ragione perché ancora oggi il lago di Carezza risplende tutti gli stupendi colori dell’arcobaleno ed è chiamato dal popolo ladino "Lec de ergobando", il lago arcobaleno.